Stran’ amore
che non si vede
neanche si legge,
(soltanto si sente)
nel corso della pellicola
Ritorno a te con concetti che erano miei
ma me ne sono proiettate al cinema,
ti rivedo nei sentieri che mai avrei
ingegno di descrivere con la penna.
Ti saluto senza parole
Strano rumore
che di solito mi chiede,
(senza ordine o legge)
con un mormorio che non mente,
di amare qualcosa vicino alla paura
Ti sento con un brívido di sofferenza
che non proviene dal corpo 0 dall' esteriore,
come un segno, una particola di appartenenza,
un daltonico perso in un mondo multicolore
oppure il fumo senza fiama o cenere
Stran’ ardore
che mi porta sanità,
che mi brucia il cuore
senza stringerlo,
che mi dà identità,
che fa finta di un senso di morte
senza averlo
quinta-feira, 12 de novembro de 2009
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